GENERAZIONE N.
Annoiati, e noiosi.
La mia generazione è preda di una noia mortale, buia.
La paura di non venire accettati, di uscire fuori dal coro, rappresenta un ostacolo insormontabile per chi, sempre piu' spesso, ha nella sua comitiva il suo unico riferimento. E allora si preferisce confondersi nella mischia, adeguarsi a conversazioni banali.
Parola d’ordine: accontentarsi. E annoiarsi.
Amici che non cantano più gli auguri al compleanno; rapporti umani in cui molto, per svogliatezza, viene frainteso, confuso, perso.
Ragazzi non abituati a mettersi in discussione, ma neanche a far valere le proprie idee.
Gente che ha qualsiasi informazione a portata di click, ma poco gliene importa.
E quando,dopo mesi, o anni, questa condizione incomincia a stare stretta, ci si ritrova spesso incapaci di uscirne. E allora si ritorna volontariamente nella comoda tela che la Noia ha tessuto.
Oppure ci si butta nella vita con lo spirito con cui si punta alla roulette russa: emozioni o morte.
Eppure, paradossalmente, pochi di noi partirebbero con pochi vestiti e senza cellulare, nessuno si abbandonerebbe all’avventura pura.
La paura di smarrirsi, di sbagliare, ci limita nell’ agire e ci impedisce di reagire all’assopimento della mente. È facile dunque che il tedio s’impadronisca dei nostri spiriti, che scandisca lo svolgersi di giornate sempre uguali.
I “nipoti dei fiori”, la precedente generazione, definiscono questa una “società annoiata e noiosa, che sta in piedi perché si posa su basi costruite da altri”.
Ma, visti i risultati, erano poi cosi' buone ,queste basi?
La coscienza dovrebbe costituire il punto di partenza per qualsiasi innovazione si voglia apportare: senza la consapevolezza di ciò che si è, di cosa si vuole, è inevitabile cadere nel vortice nero della noia. Ma tutto cio' che si vuole oggi è restare giovani.
Peccato che, annoiati sin dall’ adolescenza, si finisca per invecchiare nel non-entusiasmo.
Che della gioventu' e' l'esatto contrario.