domenica 9 gennaio 2011

Riniziare e non pentirsene (per adesso)

...ho quasi paura a riscrivere su questo blog..non che mi abbia fatto niente eh, anzi..
solo che come le tante cose che inizio a fare, presto le abbandono per mancanza di voglia, tempo, assiduità.
Diciamo pure che il"riniziare"in generale è uno dei miei Buoni Propositi per il 2011: mettere un bel punto, e a capo continuare.
Del resto è ciò che facciamo tutta la vita, quella di giurare di "aver chiuso", di"aver smesso", di "averci dato un taglio" e invece poi?! Tutto rinizia, tutto si ripete;nuovamente vittime delle nostre stesse imposizioni. Quasi godessimo nell'imporci limiti e non rispettarli. Non rispettarci.
Mai e Sempre dovrebbero davvero essere le parole da non pronunciare mai, almeno per evitare il senso di colpa che ne consegue.
Ah, Il Senso Di Colpa..

martedì 4 agosto 2009

fenomeno facebook

Fenomeno FACEBOOK….ovvero “dedicato a tutti coloro che lo snobbano però ne fanno parte”

Facebook,il fenomeno mediatico del momento,la moda interattiva che spopola tra i giovani(e non solo),è il social network che oggi conta oltre cento milioni di iscritti di cui tre solo in Italia. Creato nel 2004 da un ex studente di Harvard, Mark Zuckerberg, che voleva rintracciare i compagni di università, è perfetto per conoscere nuove persone, contattare vecchi amici e vedere che fine ha fatto l’ ex. Ma è unicamente questo? Esso è la rete sociale che abbraccia trasversalmente tutti gli utenti di Internet: qui le persone riescono a “mettersi in vetrina”,mostrando semplicemente il bisogno individuale di essere riconosciuti dall’altro. Facebook ha sviluppato la falsa convinzione di sentirsi qualcuno solo attraverso il consenso altrui, e ciò non fa che dimostrare la poca,anzi assente, considerazione che si ha di se stessi. Ecco allora che parte una vera e propria maratona nell’aggiunta dell’amico in più - perché d'altronde quel che importa è vedere quelle cifre in fondo alla pagina del profilo aumentare e farsene un vanto – o nell’iscrizione al gruppo più goliardico, in modo da affidare ad esso il compito di descriverci e rappresentarci meglio. In una società in cui apparire è decisamente più vantaggioso
(e anche meno impegnativo) che essere, Facebook trova la sua più giusta collocazione, banalizzando spaventosamente concetti e valori propri di ciascuno: l’amicizia viene miseramente ridotta a un semplice click; l’intimità, o meglio, la privacy,è inesistente, perché ogni singola modifica apportata al profilo, o più semplicemente la minima operazione compiuta, è dettagliatamente registrata e visibile a tutti. La domanda sorge spontanea :perché si decide di sottostare a tali regole? Che fine ne è stato del caro vecchio diario segreto,le cui chiavi venivano nascoste con eccessiva gelosia? Non si starà forse rischiando di giungere alla svalutazione totale della personalità individuale? Sembra piuttosto che i ”facebookiani” siano troppo occupati nel mostrare di vivere la vita,anziché viverla realmente. Sembra sia scomparsa la volontà di relazionarsi AUTENTICAMENTE con gli altri, è scomparso il desiderio di entrare in contatto con persone estranee alla propria comitiva abituale – con Facebook devi assicurare di conoscere un amico per accettare la sua amicizia – o di sentirsi rassicurato nello stare “tra amici”. Paradossalmente si giunge ad avere centinaia di amici virtuali, senza poi instaurare con essi nessun rapporto, nessun dialogo,né scambiarsi il benché minimo saluto. In un periodo di crisi come questo, dove i sentimenti più genuini dovrebbero rappresentare i capisaldi della nostra cultura, non si rischierà di cadere ulteriormente nel vortice nero dell’ ipocrisia?

GENERAZIONE N.

GENERAZIONE N.
Annoiati, e noiosi.

La mia generazione è preda di una noia mortale, buia.
La paura di non venire accettati, di uscire fuori dal coro, rappresenta un ostacolo insormontabile per chi, sempre piu' spesso, ha nella sua comitiva il suo unico riferimento. E allora si preferisce confondersi nella mischia, adeguarsi a conversazioni banali.
Parola d’ordine: accontentarsi. E annoiarsi.
Amici che non cantano più gli auguri al compleanno; rapporti umani in cui molto, per svogliatezza, viene frainteso, confuso, perso.
Ragazzi non abituati a mettersi in discussione, ma neanche a far valere le proprie idee.
Gente che ha qualsiasi informazione a portata di click, ma poco gliene importa.

E quando,dopo mesi, o anni, questa condizione incomincia a stare stretta, ci si ritrova spesso incapaci di uscirne. E allora si ritorna volontariamente nella comoda tela che la Noia ha tessuto.
Oppure ci si butta nella vita con lo spirito con cui si punta alla roulette russa: emozioni o morte.
Eppure, paradossalmente, pochi di noi partirebbero con pochi vestiti e senza cellulare, nessuno si abbandonerebbe all’avventura pura.

La paura di smarrirsi, di sbagliare, ci limita nell’ agire e ci impedisce di reagire all’assopimento della mente. È facile dunque che il tedio s’impadronisca dei nostri spiriti, che scandisca lo svolgersi di giornate sempre uguali.

I “nipoti dei fiori”, la precedente generazione, definiscono questa una “società annoiata e noiosa, che sta in piedi perché si posa su basi costruite da altri”.
Ma, visti i risultati, erano poi cosi' buone ,queste basi?

La coscienza dovrebbe costituire il punto di partenza per qualsiasi innovazione si voglia apportare: senza la consapevolezza di ciò che si è, di cosa si vuole, è inevitabile cadere nel vortice nero della noia. Ma tutto cio' che si vuole oggi è restare giovani.
Peccato che, annoiati sin dall’ adolescenza, si finisca per invecchiare nel non-entusiasmo.
Che della gioventu' e' l'esatto contrario.